psicologia in tribunale

La prima volta che incontrai la psicologia giuridica fu all’Università di Padova, studiando la testimonianza e le false memorie nei lavori di psicologia sperimentale svolti da Cesare Musatti un secolo fa.

Cesare Musatti (1897-1989) ha fondato in Italia la Società Psicanalitica (SPI), ma molto prima è stato un ricercatore universitario che si è occupato di come la testimonianza nei processi [cioè i nostri ricordi] sia inficiata dai processi emotivi.

Lo psicologo di formazione CBT possiede le competenze per comprendere e misurare e spiegare quanto la memoria sia veritiera o falsata dagli stati emotivi, il suo ruolo è pertanto cruciale nelle aule di giustizia.

Lo psicologo formatosi in psicologia giuridica è chiamato a essere PERITO oppure CTU dal Magistrato, CTP dall’Avvocato, al fine di:

  • valutare la capacità di un testimone di rendere testimonianza. Ciò è particolarmente rilevante quando il testimone è un bambino o una persona “fragile”;
  • stabilire la imputabilità o la non-imputabilità di un reato. Ciò è molto indicato nei casi in cui il presunto colpevole sia affetto da un qualche disturbo mentale;
  • valutare il danno esistenziale ovvero il danno non biologico. Ciò è routine consolidata in particolare quando c’è diagnosi di disturbo da stress post-traumatico.

Lo psicologo CTU e/o CTP deve possedere:

  1. formazione specialistica su memoria e attenzione, e sulla psicopatologia clinica;
  2. tenacia nel continuare a investigare, nonostante le difficoltà, per giungere sempre a delle conclusioni basate sulla evidenza;
  3. velocità nel pensiero critico;
  4. attenzione ai più piccoli dettagli;
  5. capacità comunicative fatte di chiarezza e concisione;
  6. abilità a lavorare in squadra, motivando tutti a partecipare;
  7. apertura mentale che è assenza di pregiudizi, viva curiosità, capacità di cambiare idea!